Oggi si è svolto l’ennesimo consiglio comunale a tema bonifica, fortemente voluto dai consiglieri di minoranza che hanno avanzato due richieste specifiche all’amministrazione. Per prima cosa, le si chiedeva di opporsi al piano rifiuti regionale chiedendo di modificarlo, al fine di impedire la possibilità di realizzare “discariche di scopo” per i rifiuti industriali. E poi, le si chiedeva di denunciare l’Eni per “omessa bonifica”.

Il consiglio comunale è stato doppiamente indicativo. Da una parte abbiamo la minoranza che ha cercato di strumentalizzare a suo vantaggio la situazione, visto che oramai sul fronte della bonifica si va in ordine sparso ed anche le posizioni più rigide paiono ammorbidirsi. Dall’altra abbiamo la maggioranza – che ha fatto della bonifica un tema fondamentale in campagna elettorale – che ha votato contro le due proposte, che giungono tardivamente ed a giochi sostanzialmente già fatti.

C’è comunque da annotare la vaga affermazione del primo cittadino, che ha sostanzialmente evidenziato come la sorte della bonifica la deciderà il Ministero dell’Ambiente, o il Tar o il Consiglio di Stato. E non è affatto detto che ci diano ragione, anzi: a vederla dal punto di vista romano, siamo noi che ci stiamo opponendo a tutte le “proposte” di Eni.

La plateale decisione della maggioranza e del sindaco di votare espressamente contro le proposte formulate, dunque, ci suggerisce due cose. La prima è che al netto del frontalismo espresso nei comunicati stampa, la posizione dell’amministrazione non è poi così categorica. E verosimilmente lo è ancora meno, perchè anche loro sanno che le scorie rimarranno qui, e quindi l’unica carta da poter giocare è lo scontro a suon di carte bollate, per il quale si mettono già le mani avanti (come a dire: non decideremo noi, lo farà il Ministero il Tribunale).

È un modo per uscirne “puliti”, la sconfitta in sede legale, che di fatto obbligherebbe l’ente ad accettare le condizioni della multinazionale. E forse anche per questo l’amministrazione non cerca lo scontro ad ogni costo, ed anzi ammette che l’Eni in fondo qualcosa la sta facendo, che non si può parlare di omessa bonifica e che non si può pretendere di trovare soluzioni impossibili. Piccole aperture che, dopo quelle della Regione Calabria, lasciano intravedere un qualche tentativo di venirsi in contro.

Adesso ne seguiranno sicuramente polemiche a livello cittadino, con tanti politici e politicanti che proveranno a cavalcare l’onda dell’indignazione. La bonifica così torna ad essere uno scontro più politico che ambientale, non tanto in vista delle europee ma più che altro per le prossime amministrative del 2025, dato che già ora si stanno costituendo movimenti e comitati con palesi mire amministrative.

Entro metà giugno ne sapremo di più, vista anche la riperimetrazione del SIN e le osservazioni presentate sia dagli enti locali che dalle istituzioni. E le tante “note” del commissario straordinario, che paventa futuri idilliaci a patto che la bonifica si compia… per come previsto dall’Eni.

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